Allattare: atto secondo

Ludovica è la mia seconda bambina, la prima è nata il 28 luglio 1996; l'ho allattata pochissimo un po' per mia ingenuità, non mi ero informata credendo che l'allattamento avvenisse automaticamente, un po' per consigli sbagliati ma soprattutto perché in quell'ospedale già dai primi giorni di vita somministrano latte artificiale e glucosata, all'insaputa dei genitori: sul libretto di dimissioni c'è l'apposito spazio per scrivere che marca di latte artificiale dare al bimbo. Dopo questa esperienza così dolorosa mi ero ripromessa che se avessi avuto un altro bimbo non mi sarei arresa e non avrei partorito in quell'ospedale!

Ludovica è nata il 21 luglio 2000, con 3 settimane d'anticipo sulla data prevista, in modo un po' rocambolesco, ero al mare e con il tassametro, a mezzanotte, sono corsa all'ospedale con le acque rotte, ma una splendida gravidanza e un parto sereno, anche se anticipato, non potevano farmi immaginare i problemi che sarebbero insorti.

Alla nascita pesa 3.310 kg, l'ostetrica me la fa attaccare subito al seno ma lei non apre bocca, ha visibilmente sonno, la vanno a lavare e dopo un po' me la riportano, ma il secondo tentativo va a vuoto: Ludovica vuole dormire!

Dopo 2 ore circa tento di nuovo con l'aiuto dell'ostetrica ad attaccarla, ma nulla da fare, lei dorme: finalmente sembra risvegliarsi, ma dicono che il mio capezzolo è troppo lungo e che lei lo sputa perché lo sente in gola. Si va avanti così, tra molti tentativi, con le infermiere che mi fanno innervosire sempre più, che mi prendono la mammella e gliela spingono in bocca schiacciandola da tutte le parti, che ironizzano sulla sua sonnolenza, intanto io sono sempre più depressa e Ludovica inizia a perdere peso. Mi chiedono continuamente se ho latte, poichè alla pesata non risulta niente: iniziano a darle latte artificiale, mi sento sconfitta. A tutto questo si aggiunge un ittero piuttosto alto che non ci consente di tornare a casa; finalmente dopo 6 giorni ci dimettono: Ludovica pesa 2.950.

Il pediatra del nido mi prescrive il latte artificiale e mi dice di darglielo dopo ogni poppata: e meno male che ho partorito in un ospedale riconosciutissimo per la promozione dell'allattamento al seno!

Appena dimessa mi metto in contatto con un gruppo di ostetriche, che fanno capo a un'associazione per il sostegno dell'allattamento al seno, le quali mi consigliano di togliere piano piano l'aggiunta e di far poppare Ludovica quando e quanto vuole sempre sotto controllo della mia pediatra.

La pediatra che mi segue in tutta questa vicenda controlla la crescita globale di Ludovica, verifica le sue reazioni e la tiene sotto osservazione: sono fortunata perché è una pediatra responsabile ma non allarmista.

Purtroppo la concomitanza di molti fattori sfavorevoli complica la situazione: io mi trovo in uno stato di grande depressione, Ludovica è una bambina molto pigra, fa molto caldo in città ma non voglio andare via perché ho bisogno della vicinanza del gruppo di sostegno. Ludovica comincia a riprendere peso ma recupera molto lentamente: nonostante tutte le strategie essere attaccati per lei non significa ciucciare con efficacia ma semplicemente dormire. E così arriviamo a ferragosto: il centro di sostegno chiude e la situazione sembra bloccata; la pediatra la vede, mi rassicura sulle condizioni generali di Ludovica e sulla sua crescita globale ma ribadisce che va seguita costantemente.

Torno nella mia città e grazie alla mailinglist "allattiamo" e a Ulrike, riesco a mettermi in contatto con una consulente della Lega per il Latte che mi incoraggia a non mollare e che mi suggerisce di dare l'aggiunta con il DAS. Insieme a tutte le mamme della lista che allattano, e ai loro preziosi consigli, sarà il mio sostegno.

Inizio quindi a frequentare gli incontri LLL e ad usare il tiralatte elettrico, ad effettuare la manovra di spremitura manuale del seno e ad integrare la poppata con il DAS o con il bicchierino.

Ma c'è ancora una cosa con cui devo combattere: me stessa. Ogni cellula del mio cervello è costantemente impegnata a pensare all'allattamento: diventa la mia ossessione, passo la giornata a tirarmi il latte, a prendere rimedi omeopatici, a bere tisane ma soprattutto a sentirmi in colpa di non essere una "brava" mamma.

Se ne sono venuta fuori lo devo principalmente a mio marito che mi è stato infinitamente e pazientemente vicino e mi ha sostenuta ed incoraggiata ma principalmente è riuscito a far sì che riacquistassi fiducia in me stessa e ancora oggi quando Ludovica poppa mi dice "senti come tracanna", il più bel complimento per me!

Finalmente sono arrivati i sei mesi e l'introduzione di qualche pappina mi ha ulteriormente aiutata, non mi sono più sentita l'unica fonte di cibo per mia figlia e questo mi ha rilassata; ora Ludovica ha un anno, pesa 10,4 kg, è una bambinona, continua a poppare, soprattutto la notte e io sono serena perché la vedo attiva e felice.

Franca




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