L'allattamento e il sonno condiviso - dal punto di vista antropologico


Autrice: Dott.ssa Katherine Dettwyler PhD
Professore Associato per l'Antropologia e la Nutrizione
Texas A & M University
Titolo originale del testo: "Breastfeeding and co-sleeping in anthropological perspective"

Tratto da un e-mail del 5. Febbraio 2000 ad una mailinglist.




E' bene tener presente che l'uomo è un animale; che siamo mammiferi, che siamo primati. Secondo il piano della natura (non importa se si crede nell'evoluzione o in dio o in entrambi) i bambini hanno bisogno di:

  • stare in braccio, in costante contatto fisico con la madre - per i primi mesi di vita, e per la maggior parte "in braccio" per diversi anni.
  • dormire in stretto contatto fisico con la madre - per almeno i primi anni e ben oltre
  • essere allattati su richiesta, tutte le volte che ne hanno bisogno/voglia: per la protezione immunitaria, per nutrimento, per la regolazione di alcune funzioni corporee (respirazione, battito cardiaco, pressione del sangue), per consolazione, per calmare il dolore - per almeno i primi anni di vita e molto oltre

Indipendentemente dalla cultura alla quale si appartiene, dal luogo e dal periodo in cui si vive, dalle proprie credenze riguardo l'opportunità e l'appropriatezza dell'allattamento su richiesta, del sonno condiviso, del portare il bambino in braccio - i fatti essenziali non cambiano minimamente.

E' proprio della natura che i bambini si debbano addormentare al seno ed essere cullati per scivolare nel sonno - la composizione del latte materno e l'effetto che ha sulla sonnolenza del bambino, oltre al fatto che il bambino dovrebbe normalmente stare fra le braccia della madre, lo testimoniano. E' voluto dalla natura che i bambini vengano allattati durante la notte, per molti mesi/anni. E' normale che i bambini si agitino quando si svegliano e scoprono di essere soli. Non esistono circostanze normali per cui un bambino dovrebbe addormentarsi da solo, continuare a dormire da solo, consolarsi oppure tornare a dormire da solo dopo essersi svegliato e accorto che non c'è nessuno accanto a lui.

Possiamo escogitare ogni tipo di trucco per indurre il bambino a non aver bisogno dei suoi genitori durante la notte e alcuni bambini si adatteranno senza sembrare traumatizzati da questo (ma chi sa veramente quanto siano traumatizzati) e ammetto che ci sono alcuni neonati che sembrano dormire da soli senza problemi (io avevo un bambino così, mio figlio con la sindrome Down), e possiamo etichettare i normali bisogni dei bambini come "cattive abitudini" oppure "tentativi di manipolarci", e possiamo giustificare il modo in cui trattiamo i bambini con ogni sorta di sofisticato credo culturale.

Comunque sia, niente di tutto questo cambia la fondamentale, biologica, psicologica ed emotiva natura dei bambini: predisposti per stare in braccio alla madre, dormire accanto a lei ed essere allattati su richiesta frequentemente, sia di giorno che di notte per ben oltre i primi anni di vita.

Alcune considerazioni finali: Dai sei ai ventiquattro mesi di vita tanti bambini si svegliano di notte a causa di dolori dovuti alla dentizione. Tanti genitori mi scrivono e che chiedono consiglio, dopo aver trovato sul Web il mio articolo "Dormire per tutta la notte?" lamentandosi che il loro bambino dormiva normalmente tutta la notte e all'improvviso ha cominciato a svegliarsi più spesso. La mia prima raccomandazione è sempre di controllare se sta per arrivare un dente; soprattutto i primissimi denti (i due incisori inferiori) e, più tardi il primo e il secondo molare di latte, possono causare forti dolori che durano diverse settimane quando erompono. Costantemente i genitori mi rispondono dicendo: "Come ha fatto a saperlo???!!!" Una volta che si rendono conto che il loro bambino piange per il dolore, accettano meglio il sonno interrotto. Spesso una piccola informazione è tutto quello che ci vuole per generare un cambiamento di atteggiamento da parte dei genitori da "Piccolo monello, mi vuoi solo manipolare e rubarmi il sonno - ma ti insegnerò io!" in "Povero bambino mio, hai mal di denti! Vieni qui dalla mamma e lasciati consolare (e allattare, possibilmente)". Se è evidente che non dipende dalla dentizione, chiedo se il bambino ha raggiunto qualche nuova abilità come star seduto, andare a carponi o camminare e se è troppo occupato durante il giorno per prendere il seno oppure se è semplicemente agitato durante la notte dall'esplorazione delle suo nuove capacità. Anche in questo caso i genitori mi rispondono "Davvero! Lei ha appena cominciato ad andare a carponi in questa settimana e proprio lo stesso giorno ha cominciato a svegliarsi più spesso durante la notte per chiedere il seno." Di nuovo, una volta che i genitori comprendono che cosa sta succedendo, tollerano molto meglio i risvegli durante la notte.

Cerco sempre di incoraggiare i genitori a gioire nel tenere il loro bambino (di qualsiasi età) durante la notte vicino a se e coccolarlo, il più a lungo possibile, perché questi momenti sono molto fugaci se confrontati con l'intera vita. Abbandonare l'idea irreale che da una certa età i bambini dovrebbero dormire ininterrottamente per tutta la notte, è spesso la "soluzione" di cui i genitori hanno bisogno.

Non possiamo risolvere il problema dei genitori di provare fastidio se il loro bambino si sveglia durante la notte, finché ci aggrapperemo alla convinzione che i bambini non abbiano bisogni legittimi e finché defineremo i risvegli notturni come "cattive abitudini". Invece di cercare di cambiare la natura fondamentale dei bambini (cosa impossibile) dovremmo cercare di cambiare il credo culturale e le attitudini dei genitori.

Copyright by Katherine A. Dettwyler, Texas A&M University; può essere stampato per uso personale oppure per scopi educativi senza ulteriore permesso; Per l'utilizzo in altre pubblicazioni si contatti l'autrice via e-mail: kadettwyler@HOTMAIL.COM

Traduzione a cura di Ulrike Schmidleithner - info ( at ) allattiamo.it -
La pagina originale in inglese si trova qui.




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