"Fate la nanna - ma senza pianti"
ovvero
"The no-cry sleep solution" di Elizabeth Pantley

Autrice: Friederike Bradfish, avvocatessa e madre di due bambini (nati il 11/99 + 07/02)

Il seguente testo è stato scritto nel gennaio del 2003 per il Yahoo-group "wirstillen" (= la versione tedesca di "allattiamo"), nel corso di una delle tante discussioni sul diffuso problema "sonno" che riguarda tanti genitori di bambini piccoli.

Il libro "Ogni bambino può imparare a dormire" (n.d.t. questo libro riprende le varie "ricette" del ricercatore del sonno degli Stati Uniti, Ferber. In Italia invece, una versione molto simile di queste "ricette" si trovano nel libro del medico spagnolo Eduard Estivill "Fate la nanna")viene consigliato di tanto in tanto anche da mamme che vengono ai miei gruppi d'allattamento. Io non posso caldeggiare questo metodo, mi sembra che si tratti semplicemente del vecchio metodo del "lasciamolo strillare" che viene considerato dannoso dalla scienza e che - solo perché ai genitori è "permesso" di tornare dal loro bambino ad intervalli prescritti - viene più facilmente accettato.

Certo, probabilmente oggi nessuno vorrebbe più mettere in pratica il metodo "chiudere la porta e addio". Dubito però che sia utile per il bambino, dal punto di vista emozionale, che i genitori riappaiano dopo una - incommensurabile, per un bambino piccolo - eternità, per calmarlo e lasciarlo poi di nuovo abbandonato nella stessa solitudine.

D'altra parte sono la prima ad ammettere di aver bisogno di una certa quantità di sonno: se non ho dormito a sufficienza, sono abbastanza insopportabile. In quel caso non strilla il bambino, ma al suo posto strillo io, estremamente arrabbiata per ogni piccolezza senza importanza. Non è per niente bello. E' simpatico leggere da Sears che frequenti risvegli sono normali, ma se io, a causa di questo, mi sento a pezzi e terrorizzo la gente intorno a me, quest'affermazione serve a poco.

Un buon compromesso è, secondo me, il libro "The no-cry sleep solution" che purtroppo al momento esiste solo in inglese (ed in spagnolo - n.d.r.), di Elizabeth Pantley. L'autrice, quando il suo quarto bambino - ancora ad un anno - si svegliava in continuazione, trovava poco utile che praticamente esistessero solo due consigli:

  1. lasciar piangere il bambino
  2. convivere con la situazione e aspettare

Entrambe le soluzioni non andavano più bene per lei. Perciò aveva cominciato a raccogliere idee da altre mamme, leggeva molto sul tema sonno ecc. e così è nato il suo libro.

Il metodo di Pantley comincia con un resoconto. Durante il giorno si tiene un diario in forma di tabelle.

  • sonno durante il giorno: "quando" il bambino si è addormentato, "come" si è addormentato (per esempio dopo 40' di allattamento), "dove" si è addormentato, dove ha dormito, per quanto tempo ha dormito?
  • la routine serale dell'andare a letto (comincia 1-2 ore prima di andare a letto): ora, attività (per esempio mettere il pigiamino), "livello di attività" (tutto procede con calma, abbastanza calma o c'è agitazione?), livello di rumore, intensità della luce (buio, penombra, luminoso, molto luminoso)
  • i risvegli notturni ecc.: come mi ha svegliato il bambino? Quanto tempo è rimasto sveglio e che cosa abbiamo fatto? Quando si è riaddormentato? Come si è riaddormentato il bambino? Quanto tempo ha dormito dall'ultimo risveglio?

A volte si scopre già durante la stesura del diario, dove sta il problema. Per esempio mia figlia dorme particolarmente male quando l'atmosfera che accompagnava il momento di andare a nanna di suo fratello più grande era agitata, perché lui - a causa di una stanchezza eccessiva accumulata - era irrequieto e faceva solo capricci che mi facevano perdere la pazienza. Alla fine si studiano le varie tabelle e si butta giù un piano d'azione, con l'aiuto delle proposte dell'autrice, sul come migliorare il comportamento rispetto al sonno del bambino. Contemporaneamente si riesce a vedere più chiaro che cosa si vuole realmente ottenere e se le proprie aspettative sono irrealistiche (pace ininterrotta dalle ore 20 alle ore 8) etc. Si dovrebbe poi cercare di seguire il più possibile il piano elaborato. Non vengono promessi risultati immediati, ma un progressivo miglioramento.

Alcuni esempi delle proposte dell'autrice sono (si tratta esplicitamente solo di proposte e non - come si legge in molti libri sul tema - di regole, come: "se non si fa dormire il bambino da solo nel proprio letto, non dormirà mai ininterrottamente per tutta la notte", oppure: "a partire dai 6 mesi i bambini non hanno bisogno di essere allattati durante la notte..."):

  • fare in modo che il bambino copra durante le ore diurne il proprio fabbisogno di nutrimento
  • rendere il suo lettino invitante, così che il bambino lo riconosca come un posto confortevole (seguendo i consigli di Ferber si fa l'esatto contrario)
  • iniziare un rituale che accompagni il momento di andare a nanna
  • portare il bambino a letto prima che accumuli troppo sonno
  • assicurare al bambino la possibilità di dormire abbastanza durante il giorno perché anche troppo poco sonno nelle ore diurne può causare problemi al momento di andare a nanna.
  • cercare di non prolungare troppo i sonnellini durante il giorno
  • organizzare le giornate in modo tranquillo e prevedibile
  • abituare il bambino ad un animale/bambola di stoffa
  • usare la musica o suoni naturali registrati
  • insegnare al bambino in modo molto paziente e dolce che può riaddormentarsi anche senza poppare (per esempio staccarlo quando si è quasi addormentato, in caso di protesta continuare ad allattarlo, poi fare un nuovo tentativo, e così tante volte finché se ne abbia la pazienza.. ) Prima o poi si riuscirà a staccare il bambino ogni volta un po' prima dal seno, finché non arriverà il momento in cui lo si potrà mettere nel lettino quando è ancora sveglio. (n.d.r. questo si può applicare solo dopo l'anno di vita quando il bambino si nutre prevalentemente di cibo solido in aggiunta al latte materno)
  • non reagire sempre al minimo respiro più forte del bambino: forse fa questo rumore solo in un momento in cui è ancora mezzo addormentato e subito dopo si tuffa di nuovo nel sonno profondo
  • cercare di rendere il più brevi possibile tutte le interazioni durante la notte
  • realizzare un proprio libro "vado a letto", con foto del bambino, da guardare poi ogni sera insieme
  • imparare a riconoscere i primi segnali di stanchezza e reagire

Dopo ALMENO 10 giorni si fa un bilancio parziale con nuovi protocolli. Al confronto fra i primi protocolli si vede se ci si è avvicinati agli obiettivi iniziali, si scoprono dove nascono eventuali problemi etc. Eventualmente si modifica il piano d'azione. Dopo almeno altri 10 giorni il ciclo si ripete. La storia del piano da l'impressione che tutto sia molto tecnico e inflessibile, ma penso che questo aiuti: primo perché costringe a capire che cosa veramente si vuole fare e che cosa no; inoltre con i protocolli dopo 10 giorni si possono più facilmente notare i progressi, anche se il bambino probabilmente non dorme ancora per tutta la notte. (Nel libro "Ogni bambino può imparare a dormire" esiste solo il successo - a costo del bambino - o il fallimento). Oltre a questo, il dormire per tutta la notte non viene descritto come chiave della felicità, ma ognuno deve decidere per sé che cosa vuole ottenere (per esempio: io voglio impiegare ogni sera non più di due ore per addormentare il mio bambino).

Personalmente non mi sono ancora vista costretta ad elaborare un piano del sonno, anche se mia figlia ha delle fasi in cui riesce ad andare a nanna solo molto tardi. Quando però riesco ad organizzare serate tranquille e serene e lei fa durante il giorno uno o due sonnellini - meglio due - di solito le cose migliorano. Ma la "questione sonno" si ripresenta ad intervalli più o meno regolari nel mio gruppo di allattamento e trovo importante avere dei suggerimenti alternativi alla Kast-Zahn e ad altri libri con le stesse ricette (n.d.r. per esempio Estivill e il suo "Fate la nanna") e che vadano un po' oltre la frase "è solo una fase passeggera". Ed il lettone - con l'allattamento mentre si è mezze addormentate - non è una soluzione che va bene per tutte e non tutte le mamme si sentono riposate dopo una notte gestita così.

Traduzione a cura di Ulrike Schmidleithner - info ( at ) allattiamo.it - e Claudio





mappa home indice Newman Dettwyler autori vari cultura esperienze libro degli ospiti

 

copyright © Ulrike Schmidleithner - info ( at ) allattiamo.it - 1999 - 2013 tutti i diritti riservati