Allattamento al seno:
un valore da proteggere


Autrice: Dr.ssa Maria Chiara Giusteri

Oggi ormai sono sempre più noti i grandissimi benefici dell'allattamento al seno, purtroppo però non si fa ancora molto per proteggerlo.

Le mamme sono invitate ad allattare eslcusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita del bambino, ma la nostra società sembra non aiutarle in questo senso, tanto che i tassi di allattamento al seno esclusivo sono molto lontani da quanto raccomandato dall'OMS, anche se in evidente miglioramento nel tempo.

Come si può quindi creare una nuova cultura dell'allattamento al seno? Sicuramente iniziando a proteggere questa unica grande risorsa! Un forte aiuto deve essere dato dall'impegno di tutto il Paese, anche dei vertici: promuovere sempre più leggi su maternità e allattamento, con la possibilità di allattare ovunque, con il favorire una cultura dell'allattamento al seno che rappresenti questa modalità come la norma.

Dall'altro lato però ognuno di noi può dare un suo contributo, tramite l'applicazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Il Codice infatti, purtoppo non riconosciuto in ogni sua parte dalla legislazione italiana, proibisce qualunque forma di pubblicità diretta o indiretta dei sostituti del latte materno e dei prodotti necessari alla loro utilizzazione al fine di salvaguardare la salute dei bambini. Regolare il marketing infatti è un'azione necessaria e fondamentale, poiché il latte artificiale, inizialmente sviluppato per aiutare quei pochi neonati che non potevano essere allattati, è attualmente proposto a tutte le donne e a tutti i neonati. Le campagne pubblicitarie di questi alimenti minano la fiducia delle donne e delle famiglie nelle capacità di allattare i bambini, diffondono l'idea che bambini nutriti con latte artificiale crescano altrettanto bene, o spesso meglio, di quelli nutriti con latte materno e che utilizzare i sostituti sia più facile e conveniente. Queste pubblicità inducono quindi a non iniziare o ad abbandonare precocemente l'allattamento e a ricorrere ai sostituti del latte materno.

Anche il marketing degli alimenti dell'infanzia segue questa logica, sappiamo infatti come i cibi semisolidi e solidi dovrebbero essere offerti ai lattanti a partire dai 6 mesi di vita affiancando, non sostituendo, il latte materno. Molti di questi alimenti però sono sempre più presentati come adatti dal quarto mese di vita e sono spesso proposti con una modalità idealizzata, perciò possono causare una minor durata dell'allattamento al seno esclusivo. Ogni donna dovrebbe conoscere il Codice e impegnarsi per farlo rispettare, per il bene di tutta la comunità e soprattutto delle mamme e dei bambini meno informati e più fragili: la International Baby Food Action Network (IBFAN), presente anche in Italia, si occupa di raccogliere le violazioni e pubblicarle periodicamente nel rapporto Breaking the rules. Facciamo tutti la nostra parte!

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Dr.ssa Maria Chiara Giusteri





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